Nella vetrina degli oggetti una parte di me viene incisa sullo schermo.
…e ogni oggetto ha una storia.
…e ogni oggetto ha la sua vita.
…e ogni oggetto è passato, presente e futuro.
Sui tavoli del mio Mercatopoli, a Parma, in Via Martinella n°22, ordino in ordine sparso, ma logico, pezzi di mondi, racchiusi in una ceramica, in una statua, in una caraffa, in una bottiglia.
…e ogni ceramica racchiude un segreto.
…e ogni statua racchiude una storia.
…e ogni caraffa racchiude una porta.
…e ogni bottiglia racchiude un labirinto da esplorare.
Mentre scrivo, qualcuno legge ed è questo il miracolo che ci da la possibilità di viaggiare nel tempo.
Mentre vendo un oggetto, qualcuno trova soddisfazione, le porte dell’inconscio si aprono, il cassetto dei sogni libera i suoi segreti e la felicità inonda il cuore di chi ha voluto cercare il perché delle cose nel labirinto delle emozioni.
Raccolgo sentimenti nella vetrina degli oggetti del Mercatopoli di Parma ed ogni soprammobile è un tesoro, e ogni tesoro ritrovato dona felicità.
Colleziono il passato, è vero, ma nel presente mi muovo e, sotto le mie ali, in nebbia si muta la malinconia di chi ha voluto dimenticare l’accogliente nostalgia perché: come un albero senza radici muore, senza ricordi, gli accordi della vita appassiscono.
Vetrina degli oggetti come passione, intensa mediazione tra ciò che è stato e ciò che è.
Vetrina degli oggetti come trasgressione, inequivocabile associazione fra un mondo e l’altro.
Vetrina degli oggetti come comperare, sicuramente risparmiare, per ricordare che l’individualità è sinonimo di imperturbabilità.
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